user_mobilelogo

pta-adriana-ricostruzione-sAltrimenti detta Porta Giustiniana, Porta Saffi, Porta Aurea Nuova, pta-adriana-inc-gambi-smallsorgeva alta e maestosa sulla riva destra del fiume Padenna, il quale entrava nell’urbe sul tracciato dell’attuale via Cavour. Era provvista di un ponte levatoio, sul fossato sottostante, il quale cingeva per ultimo le Mura della Città.

Ebbe il nome di Porta Giustiniana poiché derivava dal podestà veneziano che governava Ravenna, il quale autorizzò, ai primi anni del '500, il restauro dell’edificio. Venne chiamata anche port’Aurea Nuova, siccome molto materiale pregiato, prelevato dalla gloriosa porta romana, venne utilizzato per l’edificazione di questa. Una bella patera murata, d’epoca romana, rimase per secoli esposta alle offese da parte della forza della natura, nonché da quella dell’uomo. Solo da pochi decenni si trova situata in una sede degna: nel Museo Nazionale della Città.

E’ conosciuta tuttavia, come Porta Adriana e non si hanno elementi certi sulla derivazione del toponimo. Sarebbe derivato dal nome di un’ antica ed illustre famiglia dimorante poco lontano. Oppure, si pensa ebbe questo nome perché da lì partiva la strada che portava ad Adria. Approssimativa è inoltre l’epoca di costruzione, certamente prima dell’anno Mille. Dal luogo di origine venne spostata, alla metà del secolo XVI, per volontà del Cardinale Legato Girolamo Capoferro, verso settentrione. Nel 1585 il Cardinale Ferrero la fece collocare al suo posto originario, ornandola, appunto con marmi della bellissima Porta Aurea. Da qui ci si immette nell’attuale Borgo San Biagio.

Spta-adriana-inc-rame-smallcrive il Laghi: “L’odonimo Porta Adriana viene spiegato variamente dagli studiosi ravennati, o collegandolo alla famiglia patrizia degli Ariani, o, ma assai discutibilmente, alla città veneta di Adria (che avrebbe dato la denominazione al mar Adriatico) con la quale Ravenna ebbe a lungo intensi e proficui scambi commerciali. Il manufatto, già ricordato in u documento del 955, venne chiamato anche porta Teguriense, porta del Taurese, e porta Giustiniana, e si apriva sul fiume Montone sino dell’anno 1735, quando il Montone stesso venne incanalato in un nuovo letto per contribuire, nel quadro di un risanamento idraulico nel territorio ravvennate, troppo a lungo tormentato da esondazioni e da impaludamenti di acque, con gravi danni per la salute pubblica, alla formazione dei Fiumi Uniti. Nell’anno 1545 il Cardinale Legato Ferreri, lo stesso che aveva ordinato la demolizione dell’antica Porta Anastasia, e la sua ricostruzione nel luogo ove oggi si trova, volle riportarla ove già essa era stata a comodità dei ravennati, e ad ornamento della cerchia muraria”. (G. Laghi, Op. cit.).

Una lapide posta sopra il suo arco porta questa inscrizione: “PORTA AUREA – ANNO SAL (utis) MDLXXXIII”. Ai due lati della costruzione si innalzano due torricciole rotonde, che poi, abbattutepta-adriana-oggi-small in quanto neglette, nel secolo XVIII vennero sostituite da due bastioni quadrati. Notevoli interventi di restauro, intesi alla conservazione, e soprattutto all’ulteriore abbellimento del manufatto, privo ormai di significato e di valori militari per le profondamente mutate concezioni dell’arte della guerra, si ebbero negli anni 1615, 1774, e 1857, anno, quest’ultimo, in cui il Pontefice regnante Pio XI compì un viaggio nella Romagna.